L’ispirazione per creare questo vino è nata rileggendo le preziose parole scritte da Luigi
Veronelli sul bianco prodotto negli anni Settanta da John Dunkley e Palmina
Abbagnano, Lana, Alessandro e Carlo si sono convinti a reinterpretarlo.
Le uve nascono dalle vigne che i Dunkley trovarono al loro arrivo a Gaiole in
Chianti, diraspate e poi fermentate in anfore di coccio pesto Drunk Turtle. In
quegli stessi contenitori a fermentazione conclusa il vino rimane sulle proprie
vinacce per sei mesi, mentre una piccola parte senza bucce (10-15%) è lasciata
per lo stesso periodo ad affinare in tonneau nuovi da 500 litri. Al termine
degli affinamenti le due masse vengono assemblate ed imbottigliate.